giovedì 26 luglio 2012

FULLA, LA BARBIE ISLAMICA

Credo che un ottimo modo per capire la cultura e le abitudini di un paese sia andare al supermercato. Quando e’ stato possibile l’ho fatto in tutti i paesi che ho visitato. E anche qui, che ci vivo, il supermercato e’ una grande fonte di ispirazione!

E infatti:
corsia dei cereali, confezione di corn flakes:

i cereali di Fulla


Questa e’ Fulla: la bambola che sembra una Barbie, ma e’ velata, per le bambine islamiche. Approfondendo su Wikipedia (Wiki in inglese, piu’ dettagliata, e Wiki in italiano) ho scoperto la storia di questa bambola. E’ un’alternativa alla Barbie, in quanto rispettosa della religione e cultura islamica e che rappresenta un modello di comportamento per le bambine musulmane. Fulla non ha fidanzato (niente Ken!), non ha lavoro (e’ in sviluppo la Fulla maestra e la Fulla dottoressa: uniche professioni considerate rispettabili per una ragazza), ha un bel guardaroba di vestitini sfarzosi ma senza costumi da bagno e comprensivi di abaya e hijiab. Insomma uguale alle ragazze arabe, quelle vere. Questo e’ quanto ho letto su Wiki, e io sono andata a verificare.
Sono andata a cercarla e devo dire che non e’ stato facile, non la vendono dappertutto. L’ho trovata da Toys ‘r Us, eccola:


Fulla che indossa l'abaya
Fulla in abiti normali

assortimento vestitini di Fulla


Fulla con abaya

Diciamo anche che la Fulla era in offerta speciale: per ogni bambola acquistata, un vestitino in regalo. Non mi e’ sembrato un articolo particolarmente richiesto. Secondo Wiki, Barbie e’ stata bandita dall’Arabia saudita nel 2003, ma evidentemente e’ stata reintrodotta, visto che gli scaffali erano pieni di Barbie (per ogni Fulla c’erano 150 Barbie), quelle vere, con i loro vestitini e alla guida di una bellissima Fiat 500 rosa!! E in Arabia Saudita alle donne e’ vietato guidare la macchina!!!
Se dare la Fulla velata ad una bambina la incoraggia ad indossare il velo, farla giocare con la Barbie che guida la 500 la incoraggera’ a voler guidare??
Se consideriamo che i giocattoli sono un mezzo per insegnare dei valori ai bambini e che quindi sono uno specchio di una parte della societa’ degli adulti, sara’ questo un piccolo segno dei tempi che cambiano??

سلام

venerdì 20 luglio 2012

RAMADAN KAREEM! (e di cos'altro potevo scrivere oggi??)

So di non essere originale, almeno tra i blog di questa parte di mondo, a parlare di Ramadan, ma l’Holy Month in Arabia Saudita e’ un evento che non e’ possibile ignorare!
E Ramadan inizia oggi 20 luglio, e i ritmi quotidiani cambieranno per le prossime 4 settimane.

calendario combinato gregoriano-islamico

I negozi cambiano orari di apertura: stanno chiusi piu’ ore durante il giorno (quando a causa del digiuno tutti sono collassati sul divano di casa: anche gli orari di lavoro, dove possibile, sono ridotti) per stare piu’ aperti durante la sera e la notte (quando tutti si tuffano nelle strade e nei ristoranti a rimpinzarsi di cibo).
orari di apertura durante Ramadan
di un bel negozio di Khobar

Alcune fonti misteriose inviano sms di auguri a tutti i numeri di cellulare in loro possesso:
sms di auguri dal nostro internet provider
sms di auguri dalla Nespresso!

E sui giornali si leggono inserzioni di augurio per un Buon Ramadan.
inserzione su un quotidiano bahrainita

Questo e’ il mese del digiuno e dell’astinenza, da qualsiasi cosa di piacevole (sesso e sigarette) durante il giorno, ma e’ anche il mese dell’abbuffata e delle mangiate notturne! Immaginate di fare il cenone di Natale per un mese di fila, tutte le sere.
I non-musulmani non devono certo digiunare, ma in pubblico devono adeguarsi ed e’ severamente vietato (e’ vietato, non caldamente suggerito come in altri paesi musulmani) bere, fumare o mangiare in pubblico durante le ore del giorno. Uguale mettere in bocca una mentina o masticare una cicca. E se mangi di nascosto, attenzione a non diffondere odorini di cibo, perche’ e’ vietato anche quello.
Questo e’ solo l’inizio! Tra un mese potro’ raccontare il mio primo vero Ramadan in Arabia Saudita!
E per non sbagliare...
رمضان كريم

lunedì 16 luglio 2012

VITA DA COMPOUND


Ultimamente me la sono presa comoda ed e’ un mese che non scrivo. D'altronde qui inizia a fare caldino e il Ramadan sta per iniziare (il 20 luglio) e quindi tutto raaaaallennntaaaaaaa...
foto fatta il 18 giugno!

Non sono stata impegnata in particolari attivita’, se non quelle della Expat Wife che vive in un compound.
Molti, l’ultima volta che hanno sentito la parola “compound” e’ stato quando si parlava di Gheddafi: io non so com’era il suo compound, ma vi racconto il mio.

Un compound e’ una zona residenziale recintata, all’interno della quale c’e’ un piccolo villaggio (o semplice agglomerato di case), un po’ come certe zone residenziali di lusso in Italia. Anche se in alcuni vivono anche degli arabi, nei compound vivono essenzialmente gli espatriati.

praticello all'inglese nel compound


Originariamente, all’arrivo dei primi occidentali dopo la scoperta del petrolio, i compound avevano lo scopo di tenere separati gli expat dai locali, per evitare che il modo di vivere del posto venisse contaminato da influenze occidentali. Oggi sono gli espatriati che non vivrebbero per niente al mondo fuori da un compound! Si perche’ una volta passati i controlli di sicurezza, dentro questi villaggi la vita e’ assolutamente identica a quella che facciamo in Europa, e anche meglio! Certo, visto da fuori sembra un carcere di massima sicurezza: alti muri perimetrali, sistemi di allarme, guardie armate, tripli controlli delle persone e delle auto, ma dentro poi e’ un’oasi di rilassatezza!

Infatti la questione sicurezza qui non e’ mai da sottovalutare, sebbene ormai sono pochi gli angoli di mondo dove si puo’ stare tranquilli, qui sono piu’ di uno i motivi per cui stare in allerta.

Lo sanno anche i muri che gli attentati dell’11 settembre sono stati fatti ad opera di sauditi, e nonostante il governo qui lavori incessantemente contro il terrorismo, non possiamo pensare che il problema non sussista. Ma questi non operano solo in occidente: un episodio di terrorismo contro gli occidentali, si e’ verificato proprio qui a Khobar, nel 2004 dove sono stati uccisi 22 espatriati (tra i quali un italiano) e feriti altri 25. Conosco delle persone che erano qui all’epoca e mi hanno raccontato come le famiglie dei dipendenti della nostra compagnia siano stati reimpatriate nel giro di 2 giorni.

Da quel giorno tutto e’ cambiato qui.

Per contro non esiste la micro-criminalita’, i furti sono eventi rarissimi e i borseggi non esistono. Il vero pericolo quotidiano qui sono i sauditi alla guida!

Ma dentro al compound, dotato di alti muri di cemento armato, guardie armate e sistemi di allarme, la vita e’ piuttosto piacevole.
piscina principale del compound


Immaginate un bel villaggio all-inclusive, dotato di ogni amenita’ e piu’ o meno capite com’e’ un compound. Qui abbiamo dei ristoranti e bar, piscine palestra squash bowling tennis calcio skate-board, mini-market lavanderia agenzia viaggi sarto centro estetico parrucchiere, il tutto gratis o a prezzi davvero competitivi.

Insomma, come la chiamiamo qui: una GOLDEN JAIL.

sabato 14 luglio 2012

SITI AMICI - UN POST DIVERSO

Questo post e’ diverso dagli altri: voglio segnalarvi un paio di siti amici che hanno gentilmente parlato di me e voglio ricambiare la cortesia! Ve li segnalo e vi invito a leggerli!

www.italiansinfuga.com “Blog dedicato ad aiutare gli italiani a migliorare il proprio futuro”, ha parlato di me qui con tanto di intervista. Aldo ha girato il mondo finche’ non ha trovato il “suo” posto, in Australia e il “suo” lavoro, il sito italiansinfuga: insomma un'esperienza invidiabile! e un sito ricco di informazioni e notizie utili. Grazie Aldo!

Viviallestero.com “e' una web-community composta da ragazzi che vivono in giro per il mondo e che ha come scopo quello di aiutare tutti coloro che vogliono trasferirsi all’estero per motivi di lavoro o studio”. Tra le varie risorse, c'e' un elenco di blog di italiani che vivono all’estero, qui. Tra questi c’e’ quello di Stefano, amministratore del sito, che dopo altre esperienze in giro per il mondo e' approdato in Sud Africa, qui. Ciao Stefano!

I ringraziamenti in ordine sparso sono pericolosi, perche’ rischi di dimenticare e offendere qualcuno che magari ti segue affezionato, quindi non voglio correre il rischio e ringrazio anonimamente tutti quelli che hanno inserito il mio blog nel loro blogroll (e non e’ detto che io li conosca tutti)!