lunedì 24 dicembre 2012

L'ABC DEL VIAGGIO, ALLA SAUDITA MANIERA



Ci ho messo una vita, lo so...mi scuso tantissimooooo con Gamberettarossa!! ma ce l'ho fatta, eccolo qui. Un’amica blogger (gamberettarossa.wordpress.com) mi ha invitata ad una specie di catena di Sant’Antonio, dove ognuno deve compilare il proprio ABC del Viaggio. Lei l’ha gia’ fatto e potete andare a leggerlo qui.
Siccome il mio non e’ esattamente un blog di viaggi, raccolgo volentieri l’invito ma lo interpreto alla mia maniera: l’ABC alla saudita maniera, appunto!
AUTOMOBILISTI: il vero rischio quotidiano qui e’ quello di essere coinvolti in un incidente stradale. Tutti (i maschi) guidano a qualsiasi eta’ (ho visto con i miei occhietti ragazzini di 12 anni alla guida! in piedi perche’ non arrivavano ai pedali!!!) e mica tutti quelli che si mettono alla guida hanno una regolare patente, magari l’hanno comprata! L’Arabia Saudita ha il piu’ alto numero di morti per incidente stradale di tutto il mondo ed e’ la prima causa di morte tra i giovani maschi dai 17 ai 36 anni. Un giornalista arabo ha dato la seguente spiegazione: “i problemi alla guida sono con i giovani. Ci sono infatti pochi posti dove i giovani possono divertirsi e i ragazzi di base fanno quello che vogliono.”. Poche regole e non rispettate. Guardate questa foto che ho fatto un venerdi mattina, appunto.
se nel baule ci sono ben 3 persone,
provate a indovinare quanti erano nell'abitacolo!!

BENZINA: il prezzo della benzina qui e’ sempre basso e non cambia mai, quindi quello che avevo scritto qui e’ ancora attuale. La cosa buffa e’ che il primo esportatore mondiale di petrolio deve importare la benzina! Pare che il consumo interno di benzina sia incrementato esponenzialmente a tal punto da doverla importare da paesi attrezzati alla raffinazione. Ma si stanno costruendo delle nuove raffinerie qui, per sopperire agli enormi consumi. Consumi che sono spropositati rispetto a quello dei paesi occidentali: qui http://www.azionetradizionale.com/2012/09/14/quando-il-capitalismo-fagocita-se-stesso/ un interessante articolo dal quale riporto solo un numero: i sauditi consumano 40 barili di petrolio l’anno pro capite, mentre in Italia 8,9. Il consumo se ne va quasi tutto in aria condizionata: per una volta la nota avversione degli italiani all’aria condizionata ci salva.
CAUSEWAY: altrimenti detta Freedom road...visto che e’ il ponte di 25km che unisce l’Arabia Saudita all’isola-stato del Bahrain. Quello che si vede nelle foto e’ l’isola artificiale dove si trova la frontiera: e’ una serie di 6 check point che si passano stando in auto, tipo caselli dell’autostrada. Attraversare la causeway e’ come fare un terno al lotto: ci puoi mettere mezz’ora cosi’ come 3 ore.
la Causeway dall'Arabia Saudita al Bahrain

DIABETE: piu’ che una malattia e’ una vera e propria epidemia. Lo stile di vita e’ sostanzialmente inattivo, la pigrizia domina (ammetto che le temperature non invogliano il movimento...) e l’alimentazione e’ ricca di schifezze grasse e zuccherose. Per i ragazzi il top e’ mangiare da McDonald’s, come da noi negli anni ’80... Il risultato sono l’obesita’ e il diabete diffusissimi.
E.....E NON MI VIENE NIENTE!
FREE STYLE PARKING: e’ lo stile di parcheggio di molti sauditi che non si rendono conto che parcheggiare nell’interrato di un supermercato non e’ proprio come farlo in mezzo al deserto, qui non ci sei solo te...ma vaglielo a spiegare?!?



GIOVANI: tanti quelli che vanno all’estero a studiare e che poi fanno una gran fatica a tornare: penso a quelli che dopo qualche anno negli USA, dopo che hanno ben mangiato e ben bevuto..., per molti di loro e’ una tortura ritornare qui. Alcuni cercano di stare fuori per lavoro il piu’ possibile e si portano dietro le mogli, facendole vivere in modo piu’ libero.
HUMMUS: e’ il mio cibo arabo preferito. In realta’ e’ un piatto tipicamente libanese, ma per estensione e’ considerato un tipico piatto mediorientale. Per chi non lo conoscesse, e’ una crema di ceci da mangiare col pane arabo piatto...لَذيذ
INTERNET: qui internet e’ censurato. Cio’ significa che se navighi su qualche sito vietato, compare questa schermata.

Il fatto e’ che compare anche quando cerchi cose del tutto innocue, ma che per i loro software sono troppo evocative di cose sconce! Questa schermata e’ comparsa cercando il sito del Superenalotto, perche’ anche le scommesse e il gioco sono severamente vietati. Diciamo anche che tempo fa si bloccava anche per "Rosanna la sarta"...mah...
LAVORO: moltissimi sauditi sono impiegati in uffici pubblici, questa e’ la strategia di welfare del paese e il modo che usano per redistribuire le ricchezze del petrolio. Ma ci sono anche moltissimi disoccupati, mantenuti dalle famiglie che per la maggior parte sono benestanti. Purtroppo le nuove generazioni sono cresciute nel benessere piu’ totale, circondati dagli immigrati che si occupano di qualsiasi incombenza, quindi cresciuti senza la coscienza di doversi guadagnare le cose o dover lavorare per ottenerle. Voglia di lavorare poca insomma... per ovviare a questo problema, hanno istituito l’obbligo per le compagnie private di avere delle % di dipendenti sauditi, ma so che molte di queste hanno problemi nel raggiungere queste %, perche’ un giorno vengono assunti e il giorno dopo non si presentano al lavoro...
MAIALE: quello che piu’ te lo vietano e piu’ ti piacerebbe mangiarlo! Poi in realta’ succede che ti abitui e quando ti capita di essere in Italia e ti trovi il prosciutto nel piatto scopri che non ti piace piu’ tanto e quasi quasi ti senti anche in colpa!
NEON: in Medio Oriente adorano le luci al neon. Negozi e case sono illuminati da lampadine al neon che sono veramente odiose. Con quella luce bianca e fredda che ingrigisce ogni cosa, gli ambienti sembrano sempre piu’ degli obitori.
OSPEDALI: visti i problemi di salute, di ospedali ce ne sono tantissimi. Gli standard sono elevati, tipicamente americani. C’e’ un ospedale qui che piu’ che un nosocomio sembra un grande magazzino: con soffitti in bambu’ e ambientazione tipo giungla. Servizio quasi impeccabile e mentre sei in sala d’attesa passa l’inserviente con il caffe’! Il personale e’ tantissimo ma ogni tanto capita di dover aspettare oltre il dovuto. Una volta ci e’ successo di dover aspettare a causa di un’emergenza capitata ad altri. Il manager del reparto e’ venuto personalmente a scusarsi, a stringere le mani e a ringraziare per aver capito la situazione e non aver fatto il diavolo a quattro, come i sauditi avrebbero fatto.
PREGHIERE: le 5 preghiere quotidiane scandiscono la giornata qui, dettano gli orari di tutte le altre attivita’. Durante le preghiere tutto si ferma, compresi i negozi che chiudono. Per ottimizzare i tempi e gli spostamenti da un negozio all’altro e’ quindi fondamentale sapere esattamente quando sono le preghiere che essendo legate alle fasi lunari, hanno un orario diverso ogni giorno. Ecco perche’ e’ fondamentale procurarsi uno di questi bigliettini da portafoglio:

QUILTING: attivita’ preferita dalle expat wives, me compresa. Importata dalle espatriate americane di Aramco, e’ praticata assiduamente. Ci sono vari gruppi che si trovano in alcuni compound per cucire insieme...come si dice qui: stitch&bitch, insomma si cuce ma si sparla anche a piu’ non posso...In fondo le comunita’ di espatriati sono come piccoli paesi, con pro e contro.
RISPARMI: difficile da immaginare che in un paese come questo dove le donne sono invisibili, dove anche per aprire un conto corrente devono avere l’avallo del tutore maschio (marito o padre), ma pare che la maggior parte dei depositi bancari siano intestati a donne! Ma visto che le donne non possono trattare direttamente con maschi, le banche hanno delle Ladies Branch con personale femminile!
SPIAGGIA: i sauditi l’adorano, ma il loro concetto di spiaggia non ha niente a che vedere con il nostro: qui il venerdi le spiagge si riempiono di auto (tanto che la polizia di solito deve essere presente per dirigere il traffico), perche’ grazie alla loro proverbiale pigrizia, loro all’acqua ci vogliono arrivare con l’auto, mica vogliono camminare! Tanto poi in acqua non ci entra nessuno: semplicemente aprono le porte delle auto e si siedono per terra per il pic nic.
TEMPERATURA: qui non si scherza...quando fa caldo e' caldo davvero!!
la foto e' ai 50 gradi,
il massimo che ho visto io e' stato di 52!!

UOVA: perche’ qui la data di scadenza delle uova e’ 3 mesi dopo quella di deposizione mentre in Italia e’ solo di 1 mese?? perche’ se vuoi che la gallina non sia cannibale, devi cercare le uova da galline vegetariane, come natura comanda?? non avro’ mai risposta...
uova da galline veg fed

VICINI DI CASA: vi ho gia’ raccontato com’e’ fatto un compound qui, ma quello che vi manca di sapere e’ l’aria che tira qui dentro... Quando metti insieme 1.000 persone, le fai vivere insieme in un posto ben servito ma pur sempre recintato, si ricrea un piccolo mondo, con gli stessi pregi e difetti di quello grande. E quindi i pettegolezzi di un piccolo paese: ci sono le corna che l’istruttrice di ginnastica ha fatto al marito e che ha cercato di smentire via facebook, c’e’ quello che prima che la moglie si trasferisse qui con lui si e’ fatto la tipa dell’altro compound, si si la stessa che adesso sta con quello che ha appena divorziato, poi c’e’ quello che e’ andato con quella che sta per sposare il compagno di bisboccia del fine settimana. Ma questa e’ robetta da niente...pare che nella fioriera davanti ad una certa villa si svolga il giochino del lasciare le chiavi di casa propria e prenderne un paio qualsiasi (con le chiavi si cede anche la moglie), poi c’e’ l’insegnante gay che il week end si rintana in casa con l’amico filippino...poi c’e’ quella che si e’ rifatta le tette (e vabbe’ capirai...) ma c’e’ anche quella che dichiara ai quattro venti di aver provveduto al “design vagina” (letta all’inglese, "vagiaina", e’ esilarante)...insomma un piccolo paese, con corna e commari che commentano...
WASTA: e’ il sistema attorno al quale gira tutto, la legge del “lei non sa chi sono io”, quindi ovunque ci sia un ordine di arrivo (che sia una visita medica o un posto di lavoro) c’e’ un’ammucchiata di gente che vuole passare davanti ad altri, ognuno affermando il proprio diritto di prelazione...
ZAMIL: e’ uno dei negozi preferiti delle expat, tre piani di prodotti di ogni genere e sorta per ogni attivita’ creativa, quilting compreso. Quindi colori, tessuti, polistirolo, carte colorate, passamanerie...non ho mai visto un negozio cosi’ fornito, veramente trovi di tutto. E poi e’ uno di quei negozi che ti lascia dentro anche quando c’e’ la preghiera! (questo e’ il genere di notizia che ci scambiamo sui vari negozi).

مَعَ رأيكُم؟

domenica 23 dicembre 2012

IN ITALI'

Finalmente sono tornata in Saudi... Giusto giusto prima di Natale, anche se l'atmosfera qui non si sente per niente!
In Italia spesso mi capita di rispondere alle domande di chi e' curioso di questa esperienza. Ecco le domande più frequenti: anche le risposte sono sempre le stesse e infatti...

Fatta la domanda,
identifico il file per la risposta,
schiaccio Play.

Ma ti trovi bene, laggiu'?
La risposta e': SI!!! Su questo devo rispondere chiara.
E' vero che nei miei racconti, di persona o qui sul blog, le particolarita' che emergono di questo paese non sono confortanti. Tutte le restrizioni (per le donne soprattutto), le strane e pericolose abitudini, la mancanza di regole... sono tutti aspetti che spaventano chi li sente raccontare. E pensano che sia una tortura stare qui.
Be', voglio sfatare questa cosa, almeno per quello che ci riguarda.
Generalmente qui gli expat stanno bene (a parte quelli che scappano nottetempo, ogni tanto capita) e ci sono molti vantaggi dal vivere qui. Le condizioni difficili comportano che le compagnie vogliano compensarle con altri benefici. Ma poi, non e' mica cosi' facile vivere in Italia eh...

Ma non ti annoi?
Questa e' un'altra domanda che mi viene spesso posta. E mi dispiace che la maggior parte di quelli che me lo chiedono siano donne. Mi dispiace perchè sembra che quelle della mia generazione abbiano subito il lavaggio del cervello, convinte che la realizzazione personale passi solo dall'ammazzarsi di lavoro, dall'abilità di incastrare professione e famiglia, dal lavorare il doppio per ottenere la metà degli uomini... Anche io mi sono sobbarcata ore e ore di lavoro per anni, io ci credevo, nella soddisfazione professionale. Ma io ora sono felice cosi'. Ho un sacco di tempo libero che riempio a mio piacimento. E di interessi da seguire ne ho un sacco.
Insomma, no, io qui non mi annoio. E il mio ufficio proprio non mi manca.

Ah, ma allora sei a Dubai, figata!
No, non ci siamo. Guardare il mappamondo, please. Dubai e' solo a un'ora di volo ma e' lontano anni luce a proposito di cultura del paese. L'ho gia' detto altre volte, ma finche' non si prova non si puo' capire come il passare la frontiera per entrare in Saudi sia come fare un viaggio indietro nel tempo!
La confusione geografica e' molto comune, ma non possiamo farne una colpa a nessuno. Quando ho messo piede per la prima volta in Medio Oriente, in Oman, era il 2007 e ho dovuto studiare per bene la carta geografica prima di capire dove stavo andando.

Ma cosa mangiate la'? Trovate le nostre cose?
Questa non e' frequente, ma capita. Io ci tengo a mangiare alla nostra maniera. Non per provincialismo, non sono di quelli che quando sono in vacanza in posti strani cercano la pasta, a me piace provare il cibo locale. Ma io ci vivo qui, e il mio intestino è nato e cresciuto con la cucina mediterranea. Io il curry di beef piccante come il diavolo o riso e pollo non posso proprio mangiarli tutti i giorni... Tutto sommato qui si trova quasi tutto (maiale e alcool a parte, ovvio! "oddio il prosciutto crudo.................."), alcuni prodotti italiani sono importati dall'Italia (quando va bene) o direttamente dagli Stati Uniti (quando va male, ma e' la maggior parte dei casi). Avete presente quei prodotti che fanno vedere a Striscia la Notizia come tarocchi made in Italy ma fatti negli USA??? Ecco, qui li trovi tutti, ma proprio gli stessi marchi!!! Purtroppo la globalizzazione ha fatto si' che anche veri marchi italiani si siano imbastarditi e in realta' spaccino per il mondo prodotti che di italiano non hanno proprio niente. Ad esempio trovi i Garlic Ravioli della Buitoni, made in USA!! Orrore...
Si trova anche l'Illy Caffe', quello vero: il prossimo passo evolutivo sarà di imparare quanto lungo debba essere un caffe' espresso...



giuro che non ci sono aggiunte,
ma mi e' stato servito proprio cosi'!!



Finito il nastro.
Stop.




martedì 4 dicembre 2012

Doveva succedere, prima o poi...il Mutawa

Non mi era ancora capitato, ammetto, anche se me ne avevano parlato.
Qualche settimana fa io e M. passeggiavamo nel mall. Io con il solito sguardo fisso all'orizzonte, per due motivi: 1 è inopportuno incrociare lo sguardo di altri, 2 evito di realizzare che un manipolo di jinglee mi ha piantato gli occhi addosso. Non sono certo Belen, ma loro lo fanno con tutte quelle che hanno la testa scoperta. E infatti il problema era proprio la testa scoperta.
Assorta in altri pensieri, capto solo una frase di un arabo che incrocia la nosta strada: "excuse me Madam...", M. mi dice che ce l'ha con me. Il resto della frase era: "cover your head! cover your head!". Eccolo, il Mutawa. Mi giro per cercarlo con lo sguardo e lo becco subito: con il thobe molto corto in caviglia (tipo acqua alta in casa) e il ghutra (il fazzolettone a quadretti rossi) indossato senza l'aghal (il cordone nero tipo coroncina).
Bhè, meno male che non l'ho sentito..altrimenti non so cosa avrei risposto.. L'ultimo dei miei pensieri é andare a discutere o a convicerli dei miei diritti o delle mie credenze...ma è pur vero non sono proprio un tipo remissivo ed è stato meglio così. Chissà invece cosa ha pensato lui: alla fine, poveretto, lui ci ha provato e io l'ho ignorato bellamente!
I Mutawa sono conosciuti come la polizia religiosa, sono incaricati dal Ministero della Promozione della Virtù e della Prevenzione del Vizio di far rispettare le leggi della Sharia. Sono quelli che controllano che non bevi o mangi o fumi durante Ramadan, quelli che controllano che chiudi il negozio durante la preghiera, quelli che controllano che non vengano scambiati regali di San Valentino, quelli che fanno colorare di nero le braccia delle donne sui giornali, quelli che appunto controllano che venga rispettato il dress code islamico. Certo noi occidentali non siamo obbligate ad indossare il velo, solo l'abaya, ma non è facile spiegarglielo. Alcuni di loro sono ex galeotti che, avendo imparato a memoria il Corano, hanno ottenuto la riduzione della pena e vengono assunti per questo lavoro.
Converrà che io ci pensi un pò su questo avvenimento, tanto per essere preparata su come reagire per quando succederà ancora. Perchè succederà.