giovedì 13 agosto 2015

LA TEMPESTA DI SABBIA


foto da internet: la luce arancione rende il paesaggio lunare

Quando le stagioni cambiano, in Saudi non si passa dalle piogge al sole, dal maglioncino alla canottiera, ma gli sbalzi di temperatura creano degli spostamenti di enormi nuvole di sabbia che creano vere e proprie tempeste. Senz'acqua. Ecco quello che accadde qualche mese fa.
Ho vissuto una delle peggiori tempeste di sabbia mai viste. Fosse solo la tempesta in se', ma la serata e' stata abbastanza avventurosa e la racconto.
In una bella giornata che non preludeva a nulla, nel tardo pomeriggio vado in un building nel compound dove con altre sciure ci troviamo per il settimanale appuntamento ludico-creativo. Attorno alle 20 suona l'allarme antincendio. Non siamo certo felici, ma non pensiamo a niente di grave, magari un falso allarme o un test. Succede spesso. Prendiamo quindi cellulare e portafoglio e andiamo verso le scale per scendere dal primo piano al piano terra. E a quel punto le facce cambiano.
foto da internet,
che rende bene quello che succede quando arriva la sand storm
Luci: il corridoio tra la stanza e le scale e' scarsamente illuminato, con solo delle lampade su dei tavolini, tipo salotto di casa.
Rumori: un rumore infernale simile ad un boato continuo ci avvolge. Era il compressore dell'aria condizionata che sparava aria a tutto spiano da una grata sul soffitto.
Fumo: vediamo salire velocemente da sotto verso le scale una nube bianca fitta che sembrava proprio fumo. Le facce delle amiche che erano piu' avanti cambiano completamente. Vediamo poi un filippino che lavora nell'ufficio al piano terra venire verso di noi e ricacciarci di sopra. Abbiamo pensato tutte che quella strada non fosse praticabile. Allora torniamo da dove siamo venute e andiamo giu' per la scala antincendio esterna.
Appena uscite ci troviamo in mezzo ad un'orrenda tempesta di sabbia. Impossibile da descrivere a chi non l'ha provata. E' un po' come essere dentro ad una smerigliatrice a sabbia, col cielo arancione (giorno e notte che sia) e un vento che ti sposta.
Insomma in pochi concitati minuti capiamo che non e' un incendio, non siamo in pericolo, ma si tratta "solo" della tempesta di sabbia che ha fatto saltare tutto.
Lievemente tranquillizzate, decidiamo di chiudere la sessione e ci apprestiamo a tornare a casa.
Chiamo marito che pero' non risponde. Il mio cervello, seppur rallentato (!), fa un'associazione immediata:

marito non risponde = marito in palestra
= porta in cucina aperta = gatto nella tempesta
= DISASTRO


Ok, impacchetto tutto, inforco il mio triciclo (ebbene si, nel compound ci muoviamo con un bellissimo triciclo con cestone dietro!) e in mezzo alla tempesta torno a casa.
Marito appena tornato, gatto saggio gia' in casa da tempo, porta chiusa (dal vento), cucina disastro: 3 dita di sabbia ovunque.

Dai mi sono dilungata a spiegare questo sand drama! Ma fatti a parte, devo dire che ci siamo prese una bella strizza. Quando sei qui dentro sembra tutto bello e tranquillo, ma nel retrocranio hai sempre quella tensione e paura latente che qualcosa di brutto possa sempre accadere. Quando al momento capisci che qualcosa non va, non sai cosa possa essere: dal falso allarme all'attacco terroristico....tutto!
Ammetto, ho avuto paura. Ma prendiamola per il verso giusto: e' tutto allenamento per quando si andrà' in scena davvero.

martedì 11 agosto 2015

EVACUATION PLAN

Sono mesi che penso a questa cosa: preparare il mio piano di evacuazione.
Lo sapete meglio di me che ultimamente il problema sicurezza nel mondo e' in allarme rosso, immaginate per gli occidentali che vivono in Arabia Saudita...
Negli ultimi mesi in Saudi ci sono stati degli attacchi terroristici a delle moschee ed anche, isolati, ad occidentali. Molti si preoccupano, tutte le Ambasciate ci invitano ad agire con la massima prudenza. Si ma io qui devo anche vivere.
Insomma non e' facile bilanciare la prudenza, decidere cosa e' sicuro e cosa non lo e'.. La quotidianità al momento e' lievemente condizionata, nel senso che io downtown da sola col bus non ci vado piu', ci vado tranquilla solo se sono in compagnia. Per il resto non e' cambiato nulla.
Considerando poi che il compound e' piu' sbarrato di San Vittore e il livello di attenzione e' così elevato che forse siamo piu' tranquilli qui che in metropolitana a Milano..
Pero' la situazione può sempre peggiorare, da un minuto all'altro. Io non c'ero, ma non posso dimenticare quello che e' successo qui nel 2005, sentito anche dai racconti di chi invece c'era. Un attacco terroristico in un compound (all'epoca non erano così blindati come oggi). Senza tornare sui fatti dell'epoca (leggeteli qui), quello che successe e' che molte compagnie rimpatriarono le famiglie dei dipendenti, nel giro di poche ore/giorni, che poi tornarono qui solo un paio di anni dopo. Credo si sia trattato di un rimpatrio volontario, facilitato dalla compagnia per chi lo avesse voluto.
E quindi ecco che mi pare il caso di pensare anche al mio di evacuation plan.
Quante volte ho pensato: ma se mi dicono che per motivi di sicurezza devo salire su un aereo tra 10h, cosa faccio? cosa prendo con me?
Non posso portare tutto, devo prendere le cose importanti. E ci ho pensato e pensato, volevo scrivere il piano, mica che al momento mi prende il panico e non riesco a ragionare e ricordarmi tutto. No niente, non mi e' riuscito, non ho scritto niente. Pero' piu' ci penso e le cose che mi vengono in mente sono sempre le stesse.

immagine da internet, ma utilissima:
mi sa che me l'appendo sul frigo


Dando per scontato che marito si salvi da solo, io penso ad acchiappare il gatto, i diamanti e il mio Mac (che li' dentro c'e' il riassunto della mia vita). Stop. Il resto si ricompra.
Speriamo non debba succedere mai. Ma se succede, io sono pronta. Ish.

SCRIVI, SCRIVI!!

Sono mesi che non scrivo il mio blog...per tante motivazioni.
Innanzitutto perche' dopo un po' diciamo tutti le stesse cose e diventano noiose, almeno per me.
Poi perche', dopo 4 anni in terra saudita, mi sto rendendo conto che i miei ulteriori racconti non potrebbero piu' riguardare i sauditi, ma coloro che con me condividono queste quattro mura del compound! Ma allora andrei fuori tema? Ma il blog non parlava di Saudi e abitanti? boh...forse anche questo e' un aspetto che spiega la vita qui: poche interazioni con i locali.
Interazioni poche perche' non e' possibile creare occasioni al di fuori di qui, soprattutto in questo momento di sicurezza traballante, dove e' meglio fare vita ritirata..

"Scrivi, scrivi!" dice marito. Si, perche' le cose da dire non mancherebbero mica, solo che appunto non riguarderebbero i sauditi. Ma la mia vita in Arabia si!
Ma no, non posso. Non posso proprio scrivere di questo. Per il momento quindi resteranno solo racconti dell'ora di cena e raccolti in un file...si sa mai che un giorno diventeranno un libro!

Nuova opportunità??

Comunque, ravanando nei cassetti informatici, vedo che un po' di cose da dire che sono rimaste in sospeso ci sono...sara' meglio dar loro la luce!

Alla ricerca di nuove ispirazioni...